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Lago di Caldaro

9 maggio 2015

Un triathlon olimpico per lupi cattivi quello che si è disputato sabato 9 maggio al lago di Caldaro, un appuntamento ormai consolidato negli anni (secondo come numero di edizioni disputate solo alla kermesse di Bardolino) e che ha visto al via oltre cinquecento atleti.

Il cielo nuvoloso e l’assenza di vento hanno reso ideali le condizioni climatiche per affrontare la gara comunque sempre ostica specialmente nello sviluppo dei percorsi ciclo/podistici.

Ad una frazione di nuoto disegnata con un’uscita intermedia dall’acqua “all’australiana” e conseguente tuffo da un pontile, facevano seguito le “Kaltern Mountains”…l’attrazione più accattivante di Caldaroland: un tragitto di poco più di tredici km da ripetere per tre volte in bicicletta caratterizzato da un’immediata partenza in salita subito usciti dalla zona cambio, ascesa che si protraeva per circa due km verso il paese di Caldaro con qualche centinaio di metri da pedalare con il rapportino e quindi successiva picchiata di nuovo verso il lago su un asfalto nuovo di zecca che ha fatto schizzare i computerini da manubrio su cifre da “gambe delle donne”; seguivano quindi qualche km di mangia e bevi sempre a ritmi vertiginosi prima di arrivare nella parte finale del percorso laddove dei bei drittoni materializzavano infervoratissimi gruppi “pancia a terra e denti digrignanti”.

Terminate le montagne russe, si affrontavano gli ultimi 10 km di corsa in un tracciato molto nervoso da ripetere anche nell’occasione per tre volte e nel quale, più o meno a metà giro, è stata immessa un’altra “attrazione” del “parco” studiata quasi appositamente per i triathleti in cerca di misticismo agonistico: un’erta di un centinaio di metri che predisponeva appunto alla visione della Beata Vergine e delle gerarchie angeliche, si inerpicava severa al lato di un vigneto…solo chi è un runner vero riesce ad affrontarla con gesto atletico appropriato…gli altri con camminata talvolta pesante da alpino con mitragliatrice sulle spalle!

In suddetto contesto sicuramente non semplice da affrontare e da interpretare, si sono schierati al via otto grintosissimi triathleti di Traguardo Volante.

Decisamente di rilievo la prova di Andrea Paoletti che ha dato sfoggio di notevole predisposizione prestazionale in tutte e tre le discipline finendo di pochissimo al di sopra della Top 100…complimenti davvero…un triathleta con i “versusdicks”!

Al seguito il “patriarca” Paolo Avi (ormai il suo apparato circolatorio prevede il sistema arterioso, venoso e…triathletico) che con una prova degna del suo pedigree e riuscito ad anticipare di pochissimo il giovane forte e rampante Christian Gasparini che vedremo in futuro nelle zone alte delle classifiche una volta che avrà limato qualche minuto nella frazione natatoria.

Più staccati ma sempre con crono più che soddisfacenti…un vero cagnaccio della triplice come Luca Foggini che ha preceduto il trio formato da Paolo Sembenini, Il Flaco Veloz (nel T1 talmente lento che gira voce abbia…un “camerino” personalizzato per togliersi la muta e predisporsi per la partenza in bici) e Marco Fabbri arrivati al traguardo nell’ordine con distacchi minimi.

Chiude il gruppo il grande Stefano Simonelli che il triathlon di Caldaro l’ha disputato quando le bici avevano il telaio tubolare e (forse) le due leve del cambio sullo stesso: un Iron Man come lui non si tira certo indietro davanti alle difficoltà della gara in essere portandola a termine con abnegazione e denti stretti!

Dopo il triathlon del Cavallino e di Asola, un’altra gara quindi in cui i triathleti traguardini si sono gagliardamente distinti…appuntamento domenica 17 maggio a Manerba del Garda per uno sprint tutto di un fiato dove i body arancio-bianco-neri saranno presenti in numero consistente in un vero e proprio vernissage in occasione della prima prova del campionato sociale sulla distanza.

 
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